Lotta biologica per il controllo delle mosche
La lotta biologica per il controllo delle mosche è un sistema completamente ecologico che sfrutta la naturale interazione tra predatori e prede. È un metodo che si basa quindi sull’impiego di organismi viventi definiti “utili”, per combattere altri organismi viventi definiti “dannosi”.
In questi ultimi anni, il problema della massiccia presenza di mosche negli allevamenti di bestiame e nelle discariche di rifiuti organici, è andato aggravandosi, anche in considerazione del fatto che le mosche sono insetti in grado di sviluppare resistenza ai formulati chimici e conseguentemente i trattamenti insetticidi risultano sempre meno efficaci.
Sono quindi stati sviluppati sistemi alternativi che privilegiano l’uso di prodotti e metodi eco-compatibili.
Tra questi, un sistema innovativo particolarmente efficace, è rappresentato dalla lotta biologica.
Per il contenimento della popolazione di mosche in ambienti sensibili come allevamenti e discariche, vengono utilizzati insetti antagonisti definiti “parassitoidi”.
Sono specie prevalentemente appartenenti all’ordine degli imenotteri (come le api e le vespe).
Lotta biologica per il controllo delle mosche: la specie utilizzata
La specie utilizzata come parassitoide è la Spalangia cameroni, una piccola vespetta (circa 3 mm di lunghezza) che depone le sue uova all’interno del bozzolo delle mosche, così che la sua larva possa nutrirsi e svilupparsi a spese della preda in fase di metamorfosi. La Spalangia ha una spiccata capacità di ricerca delle pupe di mosca, portandosi fino ai punti più profondi del substrato. È molto attiva anche alle alte temperature estive, riesce a insediarsi e adattarsi in modo stabile in diversi habitat, tanto che la si ritrova anche dopo molti mesi dalla sua introduzione.
Periodo e frequenza dei lanci
I lanci di questi antagonisti naturali nelle aree di sviluppo delle mosche, vengono effettuati all’inizio della primavera e fino al termine della stagione calda, con distribuzioni ripetute ogni due/tre settimane.
Lotta biologica per il controllo delle mosche: allevamenti zootecnici
L’esperienza della lotta biologica per il controllo delle mosche negli allevamenti zootecnici, mediante lanci mirati e programmati del parassitoide direttamente sulle lettiere, ha prodotto ottimi risultati sul livello di infestazione, ma soprattutto si è rilevato un metodo estremamente sicuro nei confronti degli animali, dell’uomo e dell’ambiente. Un altro insetto utile recentemente sperimentato è la Ophyra aenescens, una particolare specie di mosca del tutto innocua e non attratta da animali, persone o piante. Le larve di Ophyra vivono e si sviluppano in prossimità del liquame dove predano e si nutrono delle larve di mosca domestica, decimandone la popolazione. Questo predatore è particolarmente indicato per la lotta biologica negli allevamenti suinicoli.
Lotta biologica per il controllo delle mosche: discariche
L’attività di lotta biologica è stata introdotta con successo presso le discariche di rifiuti organici e all’interno delle piattaforme di compostaggio, siti in cui non è consigliato l’uso di trattamenti tradizionali.
In questa situazione ambientale caratteristica, in cui le temperature superano i 45°C, l’utilizzo degli insetti utili si è dimostrato molto efficace sull’imponente popolazione di mosche presente, apportando soddisfacenti risultati.
Sistemi di lotta complementari
Le attività di lotta biologica possono anche essere integrate da altri sistemi di contenimento e controllo delle mosche completamente ecologici e sicuri. Di seguito elenchiamo quelli che risultano più efficaci.
- Applicazione di pannelli cromotropici
- Posizionamento di trappole ecologiche mod. RED TOP e FLY MONSTER
- Utilizzo del filo moschicida
- Installazione di trappole a luce ultravioletta