Il futuro della derattizzazione è già presente
Per garantire un elevato livello di tutela della salute umana, della salute animale e dell’ambiente, lo scenario normativo europeo nel settore della derattizzazione ha subito, negli ultimi anni, cambiamenti tali da ridurre al minimo l’uso delle esche derattizzanti. Pertanto, gli interventi di derattizzazione, vengono eseguiti con un approccio ecocompatibile che eleva l’importanza della prevenzione, del monitoraggio e dell’uso di metodi alternativi tali da garantire comunque l’efficacia dei trattamenti arrivando ai risultati auspicati. Con la limitazione a sei settimane di permanenza nelle aree esterne dei rodenticidi anticoagulanti, riportata anche nelle etichette dei formulati, viene definitivamente superata la derattizzazione tradizionale basata sul ripristino delle esche rodenticide posizionate in modo permanente all’interno dei contenitori.
La derattizzazione ecocompatibile
Proprio in virtù di questi mutamenti legislativi, recentemente sono stati introdotti sul mercato diversi prodotti sostitutivi alle esche tossiche, quali:
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postazioni che consentono un monitoraggio delle aree attraverso dispositivi elettronici e di immediata comunicazione in caso di cattura di roditori;
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esche virtuali (senza sostanza attiva) con bio-marcatore resistente ai processi digestivi lungo lo stomaco e l’intestino del roditore che permette, attraverso le feci, di evidenziare con l’ausilio di una torcia a luce nera la presenza e il percorso effettuato dal roditore;
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sistemi di cattura non cruenti (trappole elettroniche, gabbie adescate con attrattivi alimentari appetibili);
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trappole introdotte in contenitori trasparenti, in modo che anche i committenti possano verificare giornalmente la possibile cattura e avviare, insieme all’operatore professionale, una o più azioni correttive.
Prevenzione e monitoraggio
Determinante diviene l’applicazione di sistemi di prevenzione e protezione (pest proofing), ovvero l’attuazione di tutte quelle attività volte a proteggere gli edifici (applicazione di griglie metalliche, sigillatura di buchi e aperture, installazione di barriere fisiche, ecc.), la modifica delle condizioni ambientali favorevoli alla presenza dei roditori (rimozione dei rifugi, delle fonti di cibo, ecc.), nonché il miglioramento dei comportamenti errati, da parte del personale in loco, che possono determinare l’accesso dei roditori alla struttura (porte lasciate aperte, incuria, ecc.).
Le esche rodenticide possono essere tuttavia ancora utilizzate in caso di positività degli esiti del monitoraggio o comunque in caso di conclamata infestazione ma sempre secondo specifici criteri, come:
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le esche devono essere disposte solo nei luoghi in cui i roditori si riproducono e in cui sono attivi (condotti, tubature, canaline elettriche, centraline, giunzioni delle pareti);
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per contenere le esche devono essere usati robusti erogatori con chiusura di sicurezza, fissati alle pareti o ancorati, quindi non asportabili;
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ogni erogatore deve essere numerato e la data di introduzione dell’esca deve essere registrata;
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Il numero degli erogatori di esca permanenti, deve essere riportato in una scheda di controllo.
Gruppo Indaco è all’avanguardia con le proprie procedure operative e ha recentemente acquisito il rinnovo della certificazione UNI EN 16636:2015 che definisce i requisiti per le aziende professionali del pest management. In questo standard vengono riportate le fasi di processo nell’erogazione del servizio partendo da una preliminare analisi del rischio e dai criteri che accompagnano l’azienda nella scelta del metodo di lotta agli infestanti, all’applicazione di azioni correttive volte alla rimozione delle cause di una infestazione, anche attraverso il rilascio di relazioni tecniche post intervento.